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Entrée l'inizio di un viaggio

  • Immagine del redattore: Vincenzo Campanale
    Vincenzo Campanale
  • 12 nov 2020
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 16 nov 2020

Buongiorno cari lettori, oggi vi porto nel mondo degli "entrée", piccoli piatti, ma con tante emozioni che portano gusto, ricercatezza, classe ad ogni menù ed aprono la strada al vero percorso culinario.


CENNI STORICI

Parola francese, entrata nell’uso internazionale, ha avuto significati diversi secondo le epoche.

Nei servizi in tavola, la voce “entrée” designava un tempo in Francia ogni portata che in un pranzo precedeva l’arrosto. Tra il settecento e l’ottocento si cominciò a chiamare con questo termine quei piatti che facevano seguito alle prime portate (relevé) e che a volte le sostituivano.

Invece nell’ordine di servizio classico della grande cucina ottocentesca, l’entrée veniva dopo l’antipasto (hors d’oeuvre) o la minestra (potage), e dopo la portata di pesce, quindi in terza posizione, immediatamente prima della portata centrale di carne.

Oggi l’entrée, voce poco usata in Italia, può sostituire antipasto e minestre, e venire quindi al primo posto in determinati pranzi.

Oggi vi presento un entrèe creato per i miei commensali in un pranzo tra amici, avevo pochi ingredienti, ma tutti di alta qualità, da lì che entra in gioco la forza di uno chef.


RICETTA

Crema di burrata affumicata, cozze, pane tostato all'aglio, vin cotto di fichi.

INGREDIENTI

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