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Viva l'assassina

  • Immagine del redattore: Vincenzo Campanale
    Vincenzo Campanale
  • 19 feb 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 26 nov 2021

Buongiorno amici, oggi andiamo nel centro culinario di Bari, con una ricetta golosa, buonissima, ma soprattutto della tradizione. Oggi vi porto alla scoperta di un grande piatto, oggi vi porto gli "spaghetti all'assassina".

Partiamo dalla sua storia, fino ad arrivare al culto di questo piatto dato direttamente dall'accademia dell'assassina.





CENNI STORICI

Come in ogni storia ci sono, leggende, tradizioni, falsi miti su questo piatto, molti attribuiscono la sua paternità al ristorante "Marc'Aurelio" (oggi chiuso) a Bari,ma a smentire è direttamente Massimo Dell'Erba, presidentissimo dell'Accademia dell'assassina che racconta un aneddoto che solo in pochi conoscono: " Quando il ristorante Al Sorso Preferito acquisì un locale adiacente in cui c'era precedentemente una rosticceria, trovò l'assassina in carta e la ripropose, e questo lo può confermare anche Felice Giovine, l'esperto della storia di Bari " In una padella di ferro ( fondamentale) si soffrigge aglio e molto peperoncino, si aggiunge la passata di pomodoro e dopo una scaldata si aggiungono gli spaghetti ( o meglio, i vermicelli che sono più grossi). A fuoco vivace si fa sfrigolare aggiungendoci eventualmente altro sugo allungato con acqua. Si rimesta il meno possibile sin quando la pasta non avrà assorbito tutto la salsa. A questo punto si alza la fiamma e si lascia abbrustolire leggermente. Scegliete una pasta che non cacci amido altrimenti vi ritroverete una salsina, e non va bene. Lo spaghetto deve rimanere secco e asciutto. Portate pazienza, anche se sembra semplice, non lo è.

Al contrario di quanto si sente dire, questo piatto non è una soluzione di riciclo. Me ne dà conferma Flavia Loconte, presidente della contro-Accademia dell'assassina. Sì, c'è anche una contro- accademia che in verità è l'Accademia quote rosa, tutte donne con la forchetta affilata che si presentano nei ristoranti con una rigorosa scheda di valutazione per votare: locale, professionalità, aspetto del piatto, croccantezza, piccantezza e sapidità. Ogni cuoco è costretto a mostrare la propria padella di ferro, senza la quale non si può chiamare "Assassina".

Ma perché si chiama così? Sarà per la quantità di peperoncino, sarà perché per ottenere quella consistenza devi davvero trattarla male quella pasta, sarà perché tutto quel bruciato, attaccato, sfritto, stracotto non la farà mai apparire in un ricettario salutista ma, fatto sta, che questo piatto è diventato un luogo dell'anima, il posto dove la maledizione viaggia sulla riga stretta della devozione, dove non si ha pietà per quello spaghetto che frigge e chiede di essere bollito, invece tu, sadico lo risotti.

Ma da dove è nato il termine assassina??? Si suppone (fonti Felice Giovine) che sia nata all'inizio degli anni 60, dalla fantasia dello cuoco del "sorso preferito" (ristorante storico di Bari) dove alla presenza di turisti del nord italia, creò questo piatto succulento, ed i turisti complimentandosi con il cuoco esclamarono per scherzo, che gli aveva "assassinati" con quel gusto piccante, da qui il nome spaghetti all'assassina. Se avete il cuore delicato e soprattutto non avete la padella di ferro ( introvabile persino a Bari vecchia per cavilli sanitari), potrete farla in una padella normale (perdonatemi) seguendo la mia ricetta, qui sotto.

Siete pronti????

LET'S ROCK!!!!!

RICETTA PER 2 PERSONE:

200 g di spaghetti, 1 spicchio di aglio, 1 peperoncino secco, 150 ml di passata di pomodoro, 70 g di concentrato di pomodoro, 400 ml di acqua, sale fino q.b.


PROCEDIMENTO:

Innanzitutto l'accademia dell'assassina vuole per tradizione che si usi una padella di ferro, ma aimè non tutti ne dispongono di una, per questo se non si dispone di questo strumento, almeno usiamo una padella grande, da poterci mettere gli spaghetti interi, detta questa premessa partiamo con la ricetta.

In un tegame scaldiamo l'acqua con in concentrato di pomodoro, aggiustando di sale, che useremo per "risottare" la pasta, adesso nella padella capiente facciamo un soffritto con l'aglio ed il peperoncino, dopo 2/3 minuti aggiungiamo la salsa di pomodoro, lasciamo cuocere per 1 minuto.

Da qui metteremo gli spaghetti interi, a fiamma media/alta, ed un mestolo di brodo (bollente) lasceremo cucinare senza girare, finché non si sarà asciugato il sughetto, solo allora li potremo girare con un mestolo di legno ed aggiungerci dell'altro brodo, continuando la cottura, non vi preoccupate se gli spaghetti si "bruciacchieranno" questo è sintomo che state facendo la ricetta fedelmente, il colore degli spaghetti deve diventare da rosso a marroncino, per via della cottura, rimestate giusto ogni tanto, fino a completa cottura della pasta.

Infine impiattate nel piatto desiderato, se siete amanti come me, aggiungete un altro pizzico di peperoncino.

Buon appetito dal vostro chef!!!

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