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La gricia piatto storico italiano

  • Immagine del redattore: Vincenzo Campanale
    Vincenzo Campanale
  • 13 lug 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 ott 2021

Buongiorno amici, oggi vi parlerò di un piatto "unico" della cucina italiana, uno di quei piatti che ogni italiano deve conoscere, amare, venerare perché la gricia è un piatto straordinario, che racchiude le basi per la cacio&pepe (vedi post la cacio&pepe perfetta) la carbonara (vedi il post decalogo della carbonara) ed altri piatti.


CENNI STORICI

La pasta alla gricia è un classico della cucina italiana , gustoso e saporita. La gricia è stata inventata dai pastori di Amatrice quando ancora non si conosceva il pomodoro, è il piatto da cui ha avuto origine l’amatriciana (molti infatti la indicano come l’amatriciana in bianco), la gricia era il pasto principale dei numerosissimi pastori che portavano nei loro zaini pezzi di pecorino, sacchette di pepe nero, pasta essiccata, guanciale e strutto.

Tutti prodotti poveri che rappresentavano la loro fonte principale di nutrimento  durante le lunghe giornate di lavoro tra i pascoli.

Il nome gricia probabilmente proviene dalla località di Gresciano, vicino Amatrice, oppure potrebbe derivare da gricio, il rivenditore di pane e di altri genere alimentari.

Con il termine "griscium" a Roma si faceva riferimento anche allo spolverino grigio che indossavano i maestri dell’arte bianca per non sporcarsi di farina, infatti lo stesso termine venne poi utilizzato in senso dispregiativo per indicare la trascuratezza dell’abbigliamento dei panettieri sotto lo spolverino. La gricia è considerata l’antenata dell’amatriciana, che non è altro che una gricia con il pomodoro, probabilmente introdotto nell’800.

RICETTA PER 2 PERSONE:

240 g di spaghetti o tonnarelli o troccoli (pasta lunga preferibilmente) pecorino romano 200 g

pepe nero q.b. guanciale 140 g, acqua di cottura q.b.


PROCEDIMENTO:

Cominciamo nel cuocere la pasta in abbondante acqua poco salata (per via dell'alta sapidità del piatto) nel frattempo saltiamo il guanciale con il pepe appena tritato in una padella capiente, senza grassi, perché durante la cottura rilascerà il proprio grasso.

Ora togliamo un po' di guanciale che useremo per guarnire il piatto finale, mentre il resto lo lasciamo in padella.

Scoliamo la pasta al dente, la saltiamo in padella per 3 minuti dopodiché in un tegame capiente o una basterdella d'acciaio versiamo la pasta.

Da qui abbiamo due scelte.


VERSIONE ORIGINALE:

Nella versione originale non vi è una cremina fatta con la mantecazione di acqua e pecorino (cacio e pepe) ma bensì una volta mantecata la pasta nel guanciale nel pepe va semplicemente spolverata con del pecorino romano grattugiato.


LA MIA VERSIONE:

Siccome nella cucina, ci si reiventa, si interpreta, ci si evolve sempre io ho modificato leggermente la ricetta rendendola più "cremosa" versando il pecorino con un po' di acqua di cottura, mantecando la pasta, attenzione a non versare troppa acqua di cottura troppo velocemente se no farà alzare la temperatura del formaggio facendolo cagliare(grumi)

Una volta creata la giusta cremina ne troppo densa, ne troppo liquida, potete impiattare nei piatti desiderati decorare con un'altra spolverata di pepe nero, ed il guanciale croccante, così vi gusterete uno dei piatti più buoni al mondo.

Buon appetito dal vostro chef.



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